Decido di scrivere questo post sull'ansia e disturbi da attacchi di panico partendo da alcune semplici ma, a mio avviso, importanti considerazioni. Troppo spesso si leggono consigli "scolastici" del tipo: "l'ansia è di base un'emozione utile e funzionale per la nostra difesa e nella vita di tutti i giorni, l'ansia è un campanello d'allarme che ci avvisa che c'è un pericolo e dunque quando non è eccessivo, ovvero patologico, va anche ascoltato ecc...".
Tutto vero, penso però che la questione fondamentale sia un'altra, mi spiego; quello che conta davvero e che fa lo scarto di differenza è ciò che Lacan chiamava e definiva la "lalingua" (un po' come il proprio linguaggio) che ognuno di noi ha dentro di se e che si porta dietro sin dall'infanzia.

La "lalingua" è il modo emozionale che noi abbiamo acquisito sin da piccoli ed è il linguaggio (come fosse un paio di occhiali) con il quale leggiamo e siamo letti dalla realtà che ci circonda. La nostra "lalingua", come diceva Lacan , è la vera questione, è li che bisogna incidere se si vuole modificare la modalità disfunzionale di vedere ed interpretare gli eventi. Dunque non è solo un problema di quantità e di livello dell'ansia ma è il valore qualitativo del tipo di ansia (che è solo nostra!) e che noi sperimentiamo che fa la differenza. Per "guarire" bisogna incidere su questo terreno (sul terreno della "lalingua") ed è un lavoro faticoso ma meraviglioso, foriero di nuova vita...
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