ecco ci risiamo.. tutti in smart-working, come era logicamente prevedibile, molto working e poco smart. Si perché è vero, comunque lo si voglia rigirare, che il lavoro da casa non è poi così smart. A casa il lavoro rischia di diventare continuo e pervasivo, si insinua nelle pieghe di tutta la giornata tra un pasto e l'altro, tra la preparazione di una pietanza, la spesa e la lavatrice.." passo l'aspirapolvere e alle 14.00 mi devo ricollegare per una "call"!!!
In questo modo la distanza che prima riuscivamo a prenderci dal lavoro si assottiglia sempre di più, se prima vi erano degli spazi certi in cui iniziava la vita privata e finiva quella del lavoro/dovere, ora tutto è più fluido dunque è più difficile.

Quando le aree e gli spazi si sovrappongono, la differenziazione è necessaria dunque per mantenere integra la nostra identità per non fluidificare noi stessi! Allora credo sia importante capire che i cambiamenti che il Corona-virus sta portando nelle nostre vite hanno a che fare con una modificazione profonda della nostra identità sia individuale che sociale. Adesso è vitale fermarsi e chiedersi chi siamo in ciò che stiamo facendo poiché noi non siamo solo ciò che facciamo ma anche come lo facciamo in che contesto e con chi. Bisogna essere consapevoli di questi cambiamenti per poterli gestire e non essere dominati e travolti nostro malgrado. Il lavoro da casa può diventare certo un'opportunità ma solo se siamo noi a governare lui e non il contrario
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